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Cronache Vaticane: gelo nelle relazioni con la Cina. JT: All'inizio di quest'anno, si erano avuti segnali di un reale miglioramento nelle relazioni tra Vaticano e governo cinese. Ma dopo i primi tepori …Altro
Cronache Vaticane: gelo nelle relazioni con la Cina.

JT: All'inizio di quest'anno, si erano avuti segnali di un reale miglioramento nelle relazioni tra Vaticano e governo cinese. Ma dopo i primi tepori primaverili si è tornati presto al freddo invernale. Ne parleremo a Cronache Vaticane di oggi. Sono John Thavis, caporedattore a Roma del Catholic News Service.
CG: E io sono Carol Glatz. Alcuni giorni fa, il Vaticano ha pubblicato un articolo dai toni insolitamente critici contro il governo cinese per le violazioni della libertà religiosa. Due i problemi immediati. Innanzitutto, la recente ordinazione di un vescovo cinese senza l'approvazione del Papa. Secondo, l'Assemblea nazionale dei rappresentanti cattolici, un evento controllato dal governo. Il Vaticano aveva avvertito i leader della Chiesa di non partecipare all'incontro, ma molti vescovi, preti e laici sono stati costretti a prendervi parte – anche con l'intervento della polizia.
JT: l'Assemblea ha eletto un vescovo illegittimo – cioè non approvato dal Papa – come presidente della Conferenza dei vescovi cinesi. Il Vaticano ha dichiarato che questi atti sono “inaccettabili ed ostili” e danneggiano quel positivo clima di dialogo venutosi a creare negli ultimi anni. Ha aggiunto, inoltre, che così facendo la Cina dimostra paura, debolezza e intolleranza verso la religione. Il comunicato ufficiale del Vaticano non aveva nulla di diplomatico, e penso che riflettesse la volontà del Papa di condannare in maniera più pubblica e decisa le violazioni della libertà religiosa in Cina, specialmente dopo gli insuccessi della via diplomatica.
CG: E' vero, in Vaticano regna una grande delusione perché quella che sembrava una svolta promettente nelle relazioni con la Cina è stata vanificata rapidamente. Prima dell'ordinazione illecita a novembre, nessun nuovo vescovo cinese era stato nominato senza l'approvazione del Papa negli ultimi anni. L'autorità del Papa nella nomina dei vescovi, infatti, è stato uno dei principali punti di scontro tra la Chiesa e la Cina. In una lunga lettera ai cattolici cinesi nel 2007, il Papa aveva invitato il governo cinese ad un dialogo rinnovato e serio, e su questo tema aveva auspicato frutti positivi.
JT: Un evento musicale organizzato nel 2008 aveva dato l'impressione di aver avvicinato il Vaticano alla Cina. Il Papa aveva dato il benvenuto all'Orchestra Filarmonica della Cina per un concerto in Vaticano. L'orchestra aveva eseguito un requiem del compositore preferito del Papa, Wolfgang Amadeus Mozart, così come brani del repertorio cinese. Per l'occasione il Pontefice aveva espresso la sua amicizia verso la Cina e l'impressione era che la musica stesse realmente aprendo un nuovo cammino di dialogo. Anche nel suo recente libro il Papa ha detto di nutrire forti speranze sulle relazioni con la Cina.
CG: Che cosa è andato storto, allora? Gli osservatori della Cina a Roma non hanno risposte a portata di mano. Alcuni sostengono che la Cina si trovi ad una crocevia ora che sta diventando una superpotenza economica: andare verso la libertà e la democrazia, oppure verso un sistema repressivo in modo da mantenere sotto il controllo statale ambiti come la religione? Fatto sta che a pagare di più sono i cattolici cinesi, molto dei quali si sono detti adirati e confusi per i fatti recenti. Per questo il Papa ha incoraggiato tutti i cattolici a pregare per loro. Sono Carol Glatz.
JT: E io sono John Thavis, del Catholic News Service.