Un Sogno di Don Bosco - 'E possibile di applicarlo ai tempi di oggi? "Una luce splendidissima" può essere vista come il Grande Avertimento a venire? Il Papa allora sarebbe Petrus Romanus?
Appendice “B” (24 Maggio-24 giugno 1873, MB IX, 999-1000)
Era una notte oscura, gli uomini non potevano più discernere quale fosse la via a tenersi per far ritorno ai loro paesi, quando apparve in cielo una splendentissima luce che rischiarava i passi dei viaggiatori come nel mezzodì. In quel momento fu veduta una moltitudine di uomini, di donne, di vecchi, di fanciulli, di monaci, monache e sacerdoti, con alla testa il Pontefice, uscire dal Vaticano schierandosi in forma di processione.
Ma ecco un furioso temporale; oscurando alquanto quella luce sembrava ingaggiarsi battaglia tra la luce e le tenebre. Intanto si giunse ad una piccola piazza coperta di morti e di feriti, di cui parecchi domandavano ad alta voce conforto.
Le fila della processione si diradarono assai. Dopo aver camminato per uno spazio che corrisponde a duecento levate del sole, ognuno si accorse che non erano più in Roma. Lo sgomento invase l´animo di tutti, ed ognuno si raccolse intorno al Pontefice per tutelarne la persona ed assisterlo nei suoi bisogni.
In quel momento furono veduti due angeli che portando uno stendardo l´andarono a presentare al Pontefice dicendo: - Ricevi il vessillo di Colei che combatte e disperde i più forti eserciti della terra. I tuoi nemici sono scomparsi, i tuoi figli colle lacrime e coi sospiri invocano il tuo ritorno.
Portando poi lo sguardo nello stendardo vedevasi scritto da una parte: Regina sine labe Concepta; e dall'altra: Auxilium Christianorum.
Il Pontefice prese con gioia lo stendardo, ma rimirando il piccolo numero di quelli che erano rimasti intorno a sè divenne afflittissimo.
I due angeli soggiunsero: - Va tosto a consolare i tuoi figli. Scrivi ai tuoi fratelli dispersi nelle varie parti del mondo, che è necessaria una riforma ne´ costumi degli uomini. Ciò non si può ottenere, se non spezzando ai popoli il pane della Divina Parola. Catechizzate i fanciulli, predicate il distacco dalle cose della terra. È venuto il tempo, conclusero i due angeli, che i poveri saranno evangelizzatori dei popoli. I leviti saranno cercati tra la zappa, la vanga ed il martello, affinché si compiano le parole di Davidde: Dio ha sollevato il povero dalla terra Per collocarlo sul trono dei principi del suo Popolo.
Ciò udito il Pontefice si mosse, e le fila della processione cominciarono ingrossarsi. Quando poi pose piede nella Santa Città si mise a piangere per la desolazione in cui erano i cittadini, di cui molti non erano più. Rientrato poi in S. Pietro intonò il Te Deum, cui rispose un coro di Angeli cantando: - Gloria in Excelsis Deo, et in terra pax hominibus bonae voluntatis.
Terminato il canto, cessò affatto ogni oscurità, e si manifestò un fulgidissimo sole.
Le città, i paesi, le campagne erano assai diminuite di popolazione; la terra era pesta come da un uragano, da un acquazzone e dalla grandine, e le genti andavano una verso dell´altra con animo commosso dicendo: Est Deus in Israel.
Dal cominciamento dell´esilio fino al canto del Te Deum, il sole si levò duecento volte. Tutto il tempo che passò nel compiersi quelle cose corrisponde a quattrocento levate del sole.
Era una notte oscura, gli uomini non potevano più discernere quale fosse la via a tenersi per far ritorno ai loro paesi, quando apparve in cielo una splendentissima luce che rischiarava i passi dei viaggiatori come nel mezzodì. In quel momento fu veduta una moltitudine di uomini, di donne, di vecchi, di fanciulli, di monaci, monache e sacerdoti, con alla testa il Pontefice, uscire dal Vaticano schierandosi in forma di processione.
Ma ecco un furioso temporale; oscurando alquanto quella luce sembrava ingaggiarsi battaglia tra la luce e le tenebre. Intanto si giunse ad una piccola piazza coperta di morti e di feriti, di cui parecchi domandavano ad alta voce conforto.
Le fila della processione si diradarono assai. Dopo aver camminato per uno spazio che corrisponde a duecento levate del sole, ognuno si accorse che non erano più in Roma. Lo sgomento invase l´animo di tutti, ed ognuno si raccolse intorno al Pontefice per tutelarne la persona ed assisterlo nei suoi bisogni.
In quel momento furono veduti due angeli che portando uno stendardo l´andarono a presentare al Pontefice dicendo: - Ricevi il vessillo di Colei che combatte e disperde i più forti eserciti della terra. I tuoi nemici sono scomparsi, i tuoi figli colle lacrime e coi sospiri invocano il tuo ritorno.
Portando poi lo sguardo nello stendardo vedevasi scritto da una parte: Regina sine labe Concepta; e dall'altra: Auxilium Christianorum.
Il Pontefice prese con gioia lo stendardo, ma rimirando il piccolo numero di quelli che erano rimasti intorno a sè divenne afflittissimo.
I due angeli soggiunsero: - Va tosto a consolare i tuoi figli. Scrivi ai tuoi fratelli dispersi nelle varie parti del mondo, che è necessaria una riforma ne´ costumi degli uomini. Ciò non si può ottenere, se non spezzando ai popoli il pane della Divina Parola. Catechizzate i fanciulli, predicate il distacco dalle cose della terra. È venuto il tempo, conclusero i due angeli, che i poveri saranno evangelizzatori dei popoli. I leviti saranno cercati tra la zappa, la vanga ed il martello, affinché si compiano le parole di Davidde: Dio ha sollevato il povero dalla terra Per collocarlo sul trono dei principi del suo Popolo.
Ciò udito il Pontefice si mosse, e le fila della processione cominciarono ingrossarsi. Quando poi pose piede nella Santa Città si mise a piangere per la desolazione in cui erano i cittadini, di cui molti non erano più. Rientrato poi in S. Pietro intonò il Te Deum, cui rispose un coro di Angeli cantando: - Gloria in Excelsis Deo, et in terra pax hominibus bonae voluntatis.
Terminato il canto, cessò affatto ogni oscurità, e si manifestò un fulgidissimo sole.
Le città, i paesi, le campagne erano assai diminuite di popolazione; la terra era pesta come da un uragano, da un acquazzone e dalla grandine, e le genti andavano una verso dell´altra con animo commosso dicendo: Est Deus in Israel.
Dal cominciamento dell´esilio fino al canto del Te Deum, il sole si levò duecento volte. Tutto il tempo che passò nel compiersi quelle cose corrisponde a quattrocento levate del sole.