Gazzetta di Reggio

Il caso

Carpi, riapre la mostra «blasfema»: riecco il quadro squarciato da tre pugnalate

Gabriele Canovi
Carpi, riapre la mostra «blasfema»: riecco il quadro squarciato da tre pugnalate

La mostra ha riaperto ieri dopo l’aggressione all’artista Saltini: vigilanza davanti alla chiesa

06 aprile 2024
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I controlli, gli accessi scaglionati, la distanza di sicurezza dalle opere e la vigilanza all’ingresso. Ma soprattutto il quadro squarciato. Sono almeno tre le pugnalate con cui l’aggressore dell’artista Andrea Saltini, tuttora ricercato dalle forze dell’ordine, ha colpito il quadro “Inri-San Longino”. Si vedono in maniera chiara e, insieme alle tracce di vernice spray, catturano inevitabilmente l’attenzione di chiunque entri nella chiesa di Sant’Ignazio.

Questo il clima con cui, ieri mattina, ha riaperto al pubblico la mostra “Gratia Plena”, nove giorni dopo l’aggressione al pittore carpigiano e lo sfregio alla sua opera, accusata di blasfemia dagli ultracattolici e dalla testata La Nuova Bussola Quotidiana. Un clima particolare, diverso se paragonato a quello che si respirava prima di giovedì scorso, Giovedì Santo, spartiacque se ce n’è uno in questa vicenda – caratterizzata da un’onda lunga di attacchi scomposti, offese, minacce, proteste e denunce – che ha creato un prima e un dopo.

Dentro la chiesa

Abbiamo deciso di tornare a visitare la mostra, in quella che di fatto aveva il sapore di una seconda inaugurazione dopo quella del 3 marzo scorso. La mostra è la stessa, i quadri sono gli stessi, la “casa” è la stessa. Ma arrivando davanti all’ingresso della chiesa che oggi ospita il Museo diocesano di Carpi si nota già la prima differenza. I controlli? Una pattuglia della polizia? Niente di tutto questo. Il primo aspetto che coglie l’attenzione dei visitatori è un cartello. Un cartello bianco, firmato alla direzione del museo. Contiene le nuove regole, linee guida per accedere all’esposizione. Intanto, bisogna riporre i propri effetti personali all’interno di alcuni armadietti e poi il divieto di scattare fotografie. Per i giornalisti, sulla questione immagini, c’è una deroga, ma, prima di entrare, serve accreditarsi. Non ci sono visite guidate – Saltini è ancora convalescente e ieri, infatti, non era presente – e all’interno del museo ci possono essere contemporaneamente al massimo quindici persone. Gli ingressi sono scaglionati, si entra ogni venticinque minuti. Davanti alla porta, come detto, c’è un addetto della vigilanza. Entriamo. Poi ci registriamo e lasciamo lo zaino nell’apposito armadietto. La mostra ha aperto da poco più di mezz’ora e insieme a noi, dentro la chiesa, ci sono altre cinque, sei persone al massimo, oltre al personale dell’organizzazione. Il percorso è delimitato da un nastro bianco sorretto da alcuni paletti: delimitano l’area aperta ai visitatori. Se prima ci si poteva muovere liberamente e avvicinarsi ai quadri, ora bisogna stare solo all’interno di questa area. Siamo nel mezzo della navata centrale: attorno ci sono le tele. Tutte distano un paio di metri dal nastro bianco. Tutte tranne una.

L’opera sfregiata

Il quadro vandalizzato con coltello e bomboletta spray è nella stessa posizione in cui era stato collocato inizialmente: ai piedi dell’altare. Se le altre tele, come detto, sono lontane circa un paio di metri dall’area dedicata ai visitatori, l’opera intitolata “Inri-San Longino” dista almeno il doppio. Non ci può avvicinare e nemmeno scattare foto. I segni della vernice nera e del coltello, però, sono ben visibili. Più che coltellate, verrebbe da definirle “pugnalate”. Già, perché sul quadro non ci sono tagli o graffi, ma veri e propri solchi. Tre per l'esattezza: uno poco sopra il capo del centurione, uno sul petto di Gesù e l’ultimo sul collo. Tre pugnalate (quelle dell’aggressore) con il coltello, prima di gettarlo, ferire Saltini durante la colluttazione e correre via. Impossibile non notare, poi, la vernice nera: con una bomboletta spray l’uomo, mascherato con parrucca e mascherina chirurgica, ha imbrattato praticamente tutto il corpo di Gesù, principalmente mento, busto e gamba sinistra. Tutte le altre opere, infine, sono rimaste al loro posto.

Rosari e solidarietà

L’onda lunga delle proteste non si placa. Se ieri si è tenuto il secondo rosario di protesta davanti all’ingresso della chiesa, oggi pomeriggio, nello stesso luogo, è prevista una manifestazione di solidarietà nei confronti di Saltini. Una sorta di sit-in per esprimere vicinanza all’artista dopo l’aggressione subita e per provare, una volta per tutte, ad abbassare i toni. Sempre che questo sia un obiettivo raggiungibile. l