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NOVENA DEL S. NATALE composta da sant'Alfonso M. de' Liguori - V giorno - 20 dicembre. NOVENA DEL S. NATALE composta da S. Alfonso M. de’ Liguori 20 DICEMBRE - QUINTO GIORNO "Della vita tribolata che …Altro
NOVENA DEL S. NATALE composta da sant'Alfonso M. de' Liguori - V giorno - 20 dicembre.

NOVENA DEL S. NATALE
composta da S. Alfonso M. de’ Liguori

20 DICEMBRE - QUINTO GIORNO
"Della vita tribolata che cominciò a far Gesù fin dalla nascita"

Poteva Gesù Cristo salvare l'uomo senza patire e senza morire; ma no, per farci conoscere quanto ci amava volle scegliersi una vita tutta tribolata. Perciò il profeta Isaia lo chiamò "uomo di dolori", perché la vita di Gesù Cristo doveva essere una vita tutta piena di dolori.

La sua Passione non cominciò nel tempo della sua morte, ma fin dal principio della sua vita.

Eccolo che appena nato è collocato in una stalla, dove per Gesù tutto è tormento. E' tormentata la vista col mirare non altro in quella grotta che mura rozze e nere. E' tormentato l'odorato con la puzza del letame delle bestie che vi stanno. E' tormentato il tatto colle punture delle paglie che gli servono di letto.

Poco dopo essere nato è costretto a fuggire in Egitto, ove visse più anni nella sua fanciullezza povero e disprezzato.

Poco dissimile fu poi la vita vissuta in Nazareth.

Finalmente termina la vita in Gerusalemme, morendo sopra una croce a forza di tormenti.

Sicché il vivere di Gesù fu un continuo patire, anzi un doppio patire, avendo sempre avanti agli occhi tutte le pene che dovevano affliggerlo sino alla morte.

Suor Maria Maddalena Orsini, lamentandosi un giorno col Crocifisso, gli disse:"Ma Signore, Voi per tre ore steste in croce, io sono più anni che patisco questa pena". Ma Gesù gli rispose: "Ah ingrata, che dici? Io sin dall'utero di mia Madre soffrii tutte le pene della mia vita e della mia morte". Non tanto pero afflissero Gesù Cristo tutte quelle pene, perché quelle volle egli volontariamente patirle; quanto l'afflisse il vedere i nostri peccati e la nostra ingratitudine a tanto suo amore.

Santa Margherita di Cortona non si saziava di piangere le offese fatte a Dio, onde un giorno le disse il confessore: "Margherita, finiscila, non piangere più, perché Dio già t'ha perdonata". Ma ella rispose: "Ah Padre, come ho da cessare di piangere, sapendo che i miei peccati tennero afflitto Gesù Cristo mio in tutta la sua vita?".

Dunque, dolce amor mio, io con i peccati miei ti ho tenuto afflitto in tutta la tua vita?

Ma, Gesù mio, dimmi quel che ho da fare, affinché tu possa perdonarmi, che io tutto voglio farlo.

Mi pento, o sommo bene, di quante offese ti ho fatte. Mi pento e ti amo più di me stesso. Sento in me un gran desiderio d'amarti; questo desiderio Tu me lo doni: dammi dunque forza di amarti assai. E' giusto che ti ami assai chi assai ti ha offeso. Deh ricordami sempre l'amore che mi hai portato, acciocché l'anima mia arda sempre per Te d'amore, a Te sempre pensi, Te solo desideri ed a Te solo cerchi di piacere.

O Dio d'amore, io che un tempo sono stato schiavo dell'inferno, ora tutto a Te mi dono. Accettami per pietà e legami col tuo amore!

Gesù mio, d'oggi innanzi, sempre amandoti voglio vivere ed amandoti voglio morire.

O Maria, madre e speranza mia, aiutami ad amare il tuo e mio caro Dio; quest'una grazia ti cerco e da Te la spero.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria.

Gesù, Maria, Giuseppe, illuminateci, soccorreteci, salvateci. Così sia.